Per quest'oggi ho deciso di divergere dal solito tono dei post che pubblico.
L'anniversario delle mie dimissioni è prossimo, forse per questo continuano ad affiorare ricordi che rendono il mio umore nostalgico.
La mente lavora in modo strano quando si volta pagina, quel che permane e ritorna con maggior forza sono i ricordi positivi o che danno gratificazione, oscurando in questo modo tutte le brutture.
Questo porta a idealizzare quel che ci si è lasciato alle spalle, pervadendoci di malinconia.
Uno dei ricordi che si ripropone con più frequenza è quello dello Stato Passivo.
Un giorno, poco più che ventenne, proprio agli albori della mia carriera, il mio datore di lavoro mi dice:
Erika domai hai voglia di andare a Roma?
Perplessa rispondo Si va bene (mi è sempre piaciuto viaggiare e questo sarebbe stato il primo viaggio lavorativo che mi si chiedeva di svolgere).
Il mio capo prosegue dicendo
Ho bisogno dello Stato Passivo di omissis, non so se è possibile averlo, probabilmente dovremo tornare un altra volta e quasi certamente non si potrà portarlo fuori dal Tribunale.
Probabilmente per scherzare o per motivarmi ha proseguito dicendo:
Se ci riesci ti do un premio di omissis
Sempre più perplessa, mi domando perché mandarmi fino a Roma, per qualcosa che già in partenza era sicuro che non sarei riuscita a portare a casa, comunque, il giorno dopo alle 4.30 del mattino ero alla Stazione Centrale di Milano in attesa di partire.
Giunta a Roma mi reco presso il Tribunale dove apprendo, ne esiste più d'uno nella stessa Città.
Armata di determinazione e incoscienza, mi rimetto in marcia sino a che finalmente trovo quel che stavo cercando.
Non mi dilungo su quel che è accaduto nei meandri del Tribunale tra Funzionari e Procedure.
Alle 11 della stessa mattina chiamo in ufficio:
Buongiorno Dottore, Lei deve farmi una Statua ....ho lo Stato Passivo che voleva
Il mio annuncio è stato accolto con sorpresa, si è messo a ridere incredulo e mi ha chiesto più volte se scherzassi.
Ritengo tuttavia che sia rimasto soddisfatto, visto che ha mantenuto la parola e ho ricevuto il mio premio.
A seguito di quell'avvenimento, i miei viaggi sono aumentati esponenzialmente e lo Stato Passivo ora è una reliquia conservata nel mio vecchio Studio.
Oggi questo è un episodio che ricordo con orgoglio e che mi ricorda che posso riuscire in ciò che mi prefiggo, la malinconia viene scacciata dal pensiero di ciò che sto costruendo e che nonostante le difficoltà promette di valerne la pena.
Nel corso di quest'anno ci sono state promesse disattese e difficoltà.
Ho dovuto prendere decisioni difficili e scendere a compromessi.
Ho perseverato e lottato, oggi ho avviato delle collaborazioni con vecchie e nuove conoscenze che hanno creduto nella mia professionalità e che voglio ringraziare.
La strada ora sarà in discesa?
Non penso ma del resto non lo è mai stata.
Grazie per aver letto quanto ho voluto condividere, i prossimi post saranno incentrati sulla mia professione
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